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BLOGVS | April 19, 2024

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CibVs @ Taste of Milano: e allora?

Emanuele Bonati

Ho letto un po’ quel che si dice in giro su Taste of Milano – su i vari blog e siti e… Giudizi di vario tipo, da così così a pessimi.

A me non è dispiaciuto, invece.

Ho trovato un’assurda rapina il biglietto d’ingresso, 22€ per comprare piattini e quant’altro (ne ho parlato qui) – a quando il biglietto d’ingresso all’Esselunga o alla Coop? Pessima l’organizzazione, i pochissimi tavolini, e sedie, se i 22€ fossero serviti per avere un posto a sedere…

Dopo di che: ho mangiato un sacco di cose, in quantità ridotte, ma anche a prezzi ridotti; ho fatto delle code, niente di impossibile o insopportabile; ho mangiato in piedi, ma non è una cosa che mi turbi più di tanto… Il gioco era questo, uno lo sapeva in partenza, io non mi aspettavo certo gli stucchi del Savini o la raffinata eleganza del Park Hyatt – speravo certo in qualche tavolo in più, ma pazienza; l’idea di fondo mi piaceva, una specie di mostra delle eccellenze gastronomiche con la possibilità di assaggiarle, a prezzi modici. Una delle cose che sembrano ovvie e scontate parlando di alta cucina è che spendere 100, 200 € per una cena siano una cosa normale – non lo è, non per me almeno: posso anche decidere di andare una o più volte al mese a mangiare in un grande ristorante, ma questo comporta una serie di tagli di budget al resto della mia vita (per carità, spendo troppo, in libri ad esempio, in cd, benzina…). Con Taste ho potuto in un colpo solo avere un’idea, approssimativa per carità (probabilmente le cose cucinate al ristorante sono migliori, mangiate sedute hanno un altro gusto, ma va bene lo stesso), di cosa vuol dire cucinare per Cracco, Sadler, Aimo e Nadia e così via. Con la spesa di un pranzo  in uno di questi locali ho assaggiato una quindicina di portate, e la prossima volta che andrò da Oldani, o da Alice, potrò dire questo l’ho già mangiato, mangio quest’altro, oppure voglio riprovarlo… Ci sono andato con le mie amiche e amici, abbiamo parlato, gustato assieme, fatto code diverse, scambiato assaggi di assaggini, in modo piacevole. Alcune cose mi sono piaciute moltissimo, altre un po’ meno, altre meno meno – per carità, non sono un esperto, un buongustaio, un gourmet gourmand, ma solo uno che mangia e dice buonocattivocosìcosì. C’era gente contenta, altra meno (come sempre, come dappertutto), gente con evidente puzza sotto il naso, gente normale, terribili gay con la borsa da uomo (dice Enrico Sola su Suzukimaruti), qualche bambino, gastroconsapevoli, gastrofanatici, blogger e bloggeresse, passanti e curiosi, habituè e varia umanità…

Anche nelle citiche più puntuali non mi ritrovo. Nelle mie code non c’era nessuno ‘imbufalito’, né minacciante ritorsioni; nessuno di noi è andato a mangiare la porchetta fuori dal recinto del Taste (e se anche fosse?), magari era gente che si sfogava dopo aver partecipato alla festa della libertà lì a fianco…  Da aimo e Nadia hanno esaurito la noce di vitella ecc, come racconta Christian nel suo commento: succede, 3500 porzioni forse non se lo immaginavano, spero che le abbiano procurate per il giorni seguenti…

In tutti i ‘locali’ dove sono stato c’era una persona alla cassa, a ritirare i famigerati ducati, e almeno un paio a servire, e le attese non sono mai state eccessivamente lunghe, né giovedì né venerdì. Certo, al ristorante aspetti comodamente seduto, ma qui, forse lo si è capito, non siamo al ristorante.

E poi – gli chef si sono venduti per offrire copertura con la loro celebrità a un evento commerciale? può darsi, fanno anche la pubblicità, e allora? Magari non lo sapevano. Magari faceva loro comodo il ritorno d’immagine. Non mi cambia la vita, però.

Insomma, una cosa normale, prevedibile, non un insulto alla sacralità o alla convivialità dell’atto del mangiare, all’alta cucina…

Speriamo che l’anno prossimo lo rifacciano, ma meglio.Se hanno bisogno di un consulente su quante sedie mettere, dove, e così via…

Emanuele Bonati


Comments

  1. Anna Maria

    Bell’articolo Emanuele – mi sei piaciuto!

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